In occasione della 65° mostra cinematografica di Venezia, alcuni esperti e critici si sono riuniti nella conferenza Nazionale del cinema alla quale ha partecipato come ospite d'onore, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ha proposto un'attenta riflessione sul noto film di Sofia Coppola: Marie Antoinette.
La
regista, figlia d'arte, ritorna ancora una volta accompagnata da Kristen Dust
che, in questo caso, veste i panni di un personaggio che è stato centrale per
la storia della Francia.
Il film
rilegge in chiave pop le vicende della delfina francese in carica al fianco di
Luigi XVI nel 1774, soffermandosi sulla psicologia di una regina che è stata
fortemente discussa nel corso della storia.
Il film
non ha vinto il Leone d'oro perché la descrizione della protagonista è stata
definita da alcuni critici cinematografici ‘eccessivamente moderna’, motivo per
il quale, in una recente intervista la regista ha affermato «L'intento era proprio quello di spostare
l'attenzione sulla regina francese
descrivendola come un'adolescente viziata; una vera e propria Paris Hilton dei
giorni nostri, con tanto di chihuahua nella borsetta, tralasciando gli
avvenimenti politici». Tanto di
cappello alla regista che è riuscita nel suo intento.
La
scenografia è ciò che maggiormente attira l'attenzione degli spettatori grazie
alla scelta di costumi eccentrici, alle strepitose riprese all'interno della
reggia di Versailles e alle immagini accattivanti come i dolcetti decorati
apposta per le riprese, le calzature preziose e le acconciature stravaganti: un
must have per tutte le regine che seguivano la moda e le
tendenze del tempo.
I
riferimenti alla storia tuttavia non mancano, ci sono e possono essere
sintetizzati in un'unica scena: quella in cui Marie Antoinette s'inchina
davanti ad una folla di rivoluzionari dall'alto di un balcone.
Ma per
quale motivo il governo di Marie Antoinette e Luigi XVI è stato tanto debole al
punto da scatenare una rivoluzione così violenta?
I motivi
politici ci sono, ma alla base c'è il matrimonio e l'impegno di potere precoce
dei sovrani.
Entrambi,
appena adolescenti, si trovarono immersi in una situazione più grande di loro e
non seppero gestirla perché immaturi e presi da interessi futili come
ricevimenti, feste, passeggiate.
Il popolo
francese, stanco di un re-fantasma e di una regina viziata, incuranti della
condizione di povertà nella quale vivevano, e dei privilegi di cui solo una
parte della società disponeva, diede vita ad una rivoluzione ‘invitando’ i
regnanti a trasferirsi nella capitale in modo che questi potessero rendersi
conto della situazione critica del paese che stavano governando.
Il 5
ottobre del 1789, la folla di manifestanti marciò su Versailles penetrando
nella reggia, il re e la regina furono costretti a lasciare la loro amata
abitazione.
Grande
sostenitrice dell'assolutismo, Marie
Antoinette è stata una regina capace di nascondere le sue debolezze dietro
un paio di scarpe firmate "Manolo" e una chioma decorata con
gabbiette di uccelli cinguettanti. Una regina vittima di pettegolezzi, insoddisfatta
e umiliata per la mancanza di attenzione da parte del marito che reagiva
passivamente ad ogni sua proposta, anche a quelle più piccanti … ma siamo
proprio sicuri che si tratti di una storia del XVIII secolo?
imma m.
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