innovazione è cambiamento che genera progresso umano

martedì 30 giugno 2015

La Notte prima degli esami di MARIKA: "MoNstrum"





"Idiota è chi è diverso chi pensa e parla diversamente dalla maggioranza"
A. Gramsci





Nell’etimologia greca e latina, il termine “monstrum” indica essenzialmente un segno divino, un prodigio. Il mostro, nel significato originario, è l'apparire, il manifestarsi, il mostrarsi improvviso di qualcosa di straordinario, di divino, che viola la natura e che è un ammonimento e un avvertimento per l'uomo. Il presagio suscita un senso di meraviglia e di stupore e può essere fasto o nefasto, generando perciò rassicurazione o spavento. L'evoluzione semantica delle parole τέρας e monstrum rivela che il solo significato che sussiste sempre è "ciò che esce dal comune", l'"essere straordinario", specialmente nel significato di essere anormale, contrario alle leggi della natura.

Si tratta di una tematica cara alla letteratura di tutti i tempi, sia italiana che straniera, e porta con sé un altro importante tema: il diverso.

Per parlare di “diverso” dovremmo almeno partire da ciò che invece non lo è, ciò che viene generalmente definito “normale”: innanzitutto dovremmo renderci conto che essere normali vuol dire semplicemente stare nella norma, ovvero aderire al comportamento più comune, non certo, per questo, naturale, “giusto” o lecito. Se, ad esempio, vivessimo in una società in cui vige la pena di morte, tale condanna sarebbe “normale”, e diverso sarebbe considerato chi invece ne vorrebbe l’abolizione.
Spesso, invece, finiamo per fraintendere ciò che è normale come qualcosa di corretto, giusto, “naturale”, relazionandoci con le con le persone e le situazioni che si discostano da questa normalità in modo diffidente e a volte anche aggressivo.
Il bisogno di sentirci sicuri è uno dei punti fondamentali per un essere umano, e già Maslow aveva elaborato una teoria dei bisogni, negli anni Settanta, in cui poneva alla base delle necessità umane il senso di sicurezza e protezione. Ciò che è diverso, coloro che escono fuori dalla norma, rappresenta un’incognita, qualcosa di sconosciuto e, quindi, potenzialmente pericoloso. Il nostro bisogno di sicurezza ci spinge a diffidare e ci porta anche a temere ciò che non conosciamo e comprendiamo. Questo significa che la paura del “diverso” è un istinto naturale dell’uomo?

Non credo proprio: significa invece che è una reazione alla mancanza di conoscenza verso ciò che abbiamo di fronte a ciò che esce dagli schemi consolidati, alla routine, al comportamento delle maggioranze. L’ignoranza è ciò che alimenta la paura: temiamo le cose che non consociamo perché potrebbero farci soffrire. L'uomo tende a interpretare tutto quanto non rientra nella propria esperienza diretta o nel cerchio rassicurante della tribù come un pericolo, una minaccia anche mortale. Di qui i suoi atteggiamenti aggressivi, per cui il diverso e l'altro vengono intesi come un nemico potenziale o reale.

Come dimostra "Frankenstein" di Mary Shelley non tutto quello che è diverso è potenzialmente pericoloso. Per cui il pregiudizio può cadere in errore, e precludere l'incontro, che a mio avviso è anche arricchimento.
Se vogliamo cambiare in positivo, se vogliamo migliorare noi stessi e anche la società che ci circonda, dobbiamo iniziare con il cercare di capire e comprendere tutte le sue sfumature, tutte le particolarità; imparando a conoscere, e rispettare, verrà meno la paura. Madame Curie diceva “non c’è niente di cui aver paura, c’è solo da capire”, e sono convinta che se iniziassimo a guardare alle novità, qualsiasi esse siano, con un’apertura mentale volta a comprendere e accettare, potremo costruire una società migliore e pacifica per tutti noi.

La Notte prima degli esami di IMMA: "Viva la Vida ... una inesauribile sete di vita"



Il tema centrale del mio percorso si concentra intorno alla figura di una pittrice messicana, Frida Kahlonata Coyoacàn nel 1907, pochi anni prima della prima grande rivoluzione moderna in Messico nel 1910.




L'obiettivo del lavoro è quello di cogliere l'essenza di una società dilaniata dal dolore, attraverso la figura di questa donna il cui corpo, analogamente, fu  devastato dalle sofferenze fisiche in conseguenza di un gravissimo incidente. Vi è infatti una sorta di parallelismo tra le vicende della vita personale di Frida Kahlo e gli avvenimenti che il Messico visse quando lei era ancora una bambina, ignara di ciò che stava realmente accadendo nel suo paese. 
Nelle immagini di repertorio Frida  si presenta come un’affascinante dea azteca, che ci offre  attraverso i suoi dipinti un quadro chiaro non solo della sua vita ma anche del suo Paese, evidenziando il forte legame con le tradizioni e il folklore popolare.
Così come il popolo messicano è diviso in due dalla rivoluzione, allo stesso modo l’ anima di Frida è stata scissa in due parti dal dolore fisico, causato dall’ incidente, e da quello sentimentale, derivato dalla tormentata storia d’ amore  con il grande muralista Diego Rivera, che diede il suo contributo alla rivoluzione raccontandola attraverso i suoi celebri murales
Non c’è dunque da meravigliarsi se nonostante fosse nata qualche anno prima dello scoppio della rivoluzione Messicana, preferisse far risalire la sua data di nascita al 1910  dichiarandosi "figlia della rivoluzione", voleva quindi che la sua vita iniziasse con il Messico moderno. 

 Frida però non rappresenta solo l’immagine negativa di una società distrutta dalla sofferenza,  incarna l’umorismo e l’allegria, elementi tipici del popolo messicano e, soprattutto, dà voce ad un’inesauribile sete di vita che si presenta per la prima volta proprio quando tutto sembrava finire, cioè il giorno del suo tragico incidente, nel quale, il pullman su cui viaggiava fu distrutto e un corrimano le attraversò il corpo, condannandola a sofferenze infinite. Quel giorno stesso, quando un uomo le estrasse il corrimano dal corpo, lei diede un urlo atroce ... in quel momento stava urlando al mondo il suo VIVA LA VIDA.



Quella di Frida era una bellezza disarmante che forse non tutti riescono a comprendere a primo impatto, neanche attraverso i suoi autoritratti che sembrano rappresentare una donna  triste e sofferente, dall’ aspetto che lascia a desiderare, solo un’attenta analisi dei suoi dipinti riesce a rivelarci la sua autentica bellezza e la sua abilità nel trasformare il dolore in opere d’arte, in un secolo che è stato lo scenario di atrocità contro l’umanità. 
Con le sue opere è stata capace di dar vita ad una nuova concezione di bellezza che si identifica con la conoscenza di sé, dando un volto a uomini e donne che vivevano in un mondo in cui solo ciò che è oggettivamente bello meritava di essere guardato.

Notte prima degli Esami




Ci siamo quasi ... questo lungo viaggio durato 5 anni sta per giungere al capolinea.
Prima di lasciarci abbiamo deciso di salutarvi condividendo con voi la nostra 'Notte prima degli Esami".
Riflessioni, saluti, immagini, nozioni, stralci di percorsi animeranno queste ultime notti insonni fino alla data fatidica dell'8 luglio!