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sabato 10 maggio 2014

Foscolo, natura e paesaggi


Un paesaggio ha senso solo se ad esso riusciamo ad associare un ricordo, una sensazione, un sentimento. Questo vale per chi fa il poeta o magari fa il pittore e può valere anche per chi cerca di dare un senso più profondo alla propria vita.
Foscolo, allora, poeta dei sentimenti e delle passioni, non poteva sfuggire a questo schema e in Foscolo i paesaggi sono “paesaggi dell’anima” o rappresentano la possibilità di collegarli ad un passato mitico o ad un passato sacro. Nel primo e nel secondo caso sono dei paesaggi che superano i confini della geografia,  potremmo dire, e diventano occasione di poesia, di riflessione e di commozione.  
Questo vale più che mai per le “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, un’opera nella quale si passa dai paesaggi idilliaci che fanno da sfondo e quasi assecondano l’amore tra Teresa e Jacopo, ai paesaggi che invece sottolineano la fine di quell’amore prima del suicidio: quasi come se fossero un “evidenziatore” dei nostri  tempi su un foglio bianco, ma un “evidenziatore” di un’anima sempre più cupa. Non ci sono più alberi, non c’è erba, tutto è aspro e livido, tra “altissime rupi” e “burroni cavernosi”: è una natura “solitaria e minacciosa” ma è ormai una vita “solitaria e minacciosa” e sembra quasi di sentirci addosso quel vento freddo di tramontana che è vento che gela il paesaggio, ma anche l’anima del poeta.
Ma Foscolo non usa solo quei colori così cupi per descrivere natura e paesaggi: ci sono anche le sfumature della nostalgia per la terra lontana di “A Zacinto”, che però diventa terra mitica con tutti i riferimenti letterari e storici a quella terra che il poeta non rivedrà più e si fonde il passato con il presente, si fondono il ricordo con l’amarezza della realtà vissuta dal poeta. Sono i temi che poi Foscolo affronterà in maniera più profonda e articolata con quei veri e propri “luoghi della memoria” che sono le tombe di chi ci è stato caro (“I sepolcri”).

 

E anche in quel caso, però, si alternano paesaggi, pensieri e sentimenti: dalla tristezza delle fosse comuni agli spazi aperti e pieni di aria e di alberi, tra il realismo di luoghi veri e la consueta descrizione di luoghi dei miti greci. Diversi fino agli estremi, allora, i paesaggi descritti da Foscolo come diversi fino agli estremi, in fondo, furono le passioni e i sentimenti vissuti dal poeta.

cristina d.

mercoledì 7 maggio 2014

Natura e luoghi delle illusioni nella produzione foscoliana


Nella totalità delle opere di Ugo Foscolo fondamentali sono i paesaggi poiché riescono a collegare il mondo interiore del poeta e - perché no? - del lettore con il mondo esteriore.
Essi possono essere di tre tipi: paesaggi dell’anima, paesaggi mitici e sacrali e, infine, luoghi della memoria.

Per quanto riguarda il primo tipo, esso ha il compito di riflettere i sentimenti e le emozioni del protagonista sulla natura stessa,come se questa si trasfigurasse sotto il volere emotivo dell’uomo. Un esempio pratico è l’intera opera de “ Le ultime lettere di Jacopo Ortis” in cui a seconda della maturazione psicologica dell’eroe cambia anche la natura, che passa da paesaggi ricchi di vegetazioni e ruscelli a lande desolate, dove non vi è presenza di un solo elemento che riconduca alla vita come nello scenario pre-suicidio. 

Il secondo paesaggio, quello mitico e sacrale, deve invece mettere in collegamento il presente e il passato, cioè congiungere la situazione caotica che Foscolo vive nel presente con il luogo delle proprie origini, come accade nel sonetto “A Zacinto”.

Attraverso la descrizione di un panorama sereno, pieno di elementi che riportano alla vita, quali l’acqua, viene a formarsi una regione quasi idilliaca, l’emblema stesso della vita armoniosa e pacifica che ormai è andata persa. E’ per questo che il poeta descrive la sua isola in modo quasi mitico, come se si trattasse di un’ Atlantide .

I luoghi della memoria, proprio come dice la parola, hanno invece lo scopo di ricordare un defunto, una persona cara. L’atto di ricordare fa si che la persona divenga eterna e possa “sopravvivere idealmente”.
Questi luoghi sono necessari e vitali per Foscolo, il quale è convinto che essi permettano la “corrispondenza degli amorosi sensi”, vale a dire la connessione fortissima con le nostre radici. Inoltre spesso si tratta di luoghi dai quali prendere un grandissimo insegnamento, come le tombe degli eroi politici e non, cioè la possibilità di azione nei confronti del futuro: agire sul presente per rendere migliore la vita ai posteri.
Da quanto affermato, il collegamento tra Foscolo e il paesaggio risulta fortissimo. E’ come se i due elementi siano una sola cosa, poiché egli utilizza proprio la natura per sottolineare la potenza delle emozioni che un uomo è in grado di provare, in linea con la tradizione romantica del sublime dinamico e del sublime matematico. Non è chiaro quindi se sia Foscolo ad attingere alla natura oppure sia quest’ultima a rendere le emozioni umane ancora più potenti.

luca b.