Un paesaggio ha senso solo se
ad esso riusciamo ad associare un ricordo, una sensazione, un sentimento.
Questo vale per chi fa il poeta o magari fa il pittore e può valere anche per
chi cerca di dare un senso più profondo alla propria vita.
Foscolo, allora, poeta dei
sentimenti e delle passioni, non poteva sfuggire a questo schema e in Foscolo i
paesaggi sono “paesaggi dell’anima” o
rappresentano la possibilità di collegarli ad un passato mitico o ad un passato
sacro. Nel primo e nel secondo caso sono dei paesaggi che superano i confini
della geografia, potremmo dire, e diventano occasione di poesia, di
riflessione e di commozione.
Questo vale più che mai per le
“Ultime lettere di Jacopo Ortis”,
un’opera nella quale si passa dai paesaggi idilliaci che fanno da sfondo e
quasi assecondano l’amore tra Teresa e Jacopo, ai paesaggi che invece
sottolineano la fine di quell’amore prima del suicidio: quasi come se fossero
un “evidenziatore” dei nostri
tempi su un foglio bianco, ma un “evidenziatore”
di un’anima sempre più cupa. Non ci sono più alberi, non c’è erba, tutto è
aspro e livido, tra “altissime rupi”
e “burroni cavernosi”: è una natura “solitaria e minacciosa” ma è ormai una
vita “solitaria e minacciosa” e
sembra quasi di sentirci addosso quel vento freddo di tramontana che è vento
che gela il paesaggio, ma anche l’anima del poeta.
Ma Foscolo non usa solo quei
colori così cupi per descrivere natura e paesaggi: ci sono anche le sfumature
della nostalgia per la terra lontana di “A
Zacinto”, che però diventa terra mitica con tutti i riferimenti letterari e
storici a quella terra che il poeta non rivedrà più e si fonde il passato con
il presente, si fondono il ricordo con l’amarezza della realtà vissuta dal
poeta. Sono i temi che poi Foscolo affronterà in maniera più profonda e
articolata con quei veri e propri “luoghi
della memoria” che sono le tombe di chi ci è stato caro (“I sepolcri”).
E anche in quel caso, però, si alternano paesaggi, pensieri e sentimenti:
dalla tristezza delle fosse comuni agli spazi aperti e pieni di aria e di
alberi, tra il realismo di luoghi veri e la consueta descrizione di luoghi dei
miti greci. Diversi fino agli estremi, allora, i paesaggi descritti da Foscolo
come diversi fino agli estremi, in fondo, furono le passioni e i sentimenti
vissuti dal poeta.
cristina d.