innovazione è cambiamento che genera progresso umano

sabato 11 febbraio 2012

Wintergirls_BOOKTRAILER





















Chi voleva guarire? Mi ci erano voluti anni per diventare così magra. Non ero malata. Ero forte.



                                   

martedì 7 febbraio 2012

Assassinio sull’Orient-Express




L’Orient-Express occupa un posto fondamentale nell’immaginario collettivo degli appassionati di letteratura poliziesca. Il libro di cui parleremo, come avrete probabilmente già capito, è Assassinio sull’Orient-Express, della famosissima scrittrice Agatha Christie. Il libro ha visto la luce nel 1934  e ancora oggi rappresenta il fiore all’occhiello della compagine di romanzi polizieschi. Composto da 215 pagine, il capolavoro di Agatha Christie ha come protagonista l’impareggiabile Hercule Poirot, un investigatore belga di fama mondiale chiamato a risolvere un delitto scomodo a bordo del famosissimo treno.
Durante un viaggio di lavoro Poirot incontra un suo vecchio amico, un certo signor Bouc, direttore della compagnia internazionale dei Vagoni Letto. I due hanno giusto pochi giorni per ricordare i vecchi tempi prima che la morte di un certo Samuel Edward Ratchett sconvolga i loro piani.
Arriviamo al delitto: un ricco uomo americano in viaggio d’affari di nome Samuel Edward Ratchett, dietro cui si cela il latitante Cassetti, già responsabile della morte della piccola Daisy Armstrong,  viene trovato morto nello scompartimento di fianco a quello dell’investigatore Poirot. L’indomani, quando viene scoperto il cadavere, Poirot e il dottor Constantine, in quel momento a bordo del treno, si recano ad ispezionare il luogo del delitto e il cadavere dell’uomo.
In questa circostanza Poirot nota un foglio bruciato sul comodino dell’uomo, che però aveva conservato una parte di esso ancora intatta, quella più importante, quella che svelava la sua reale identità. Una volta appurato che l’identità di Ratchett risponde a Cassetti, ecco che i pezzi di questo complicatissimo puzzle cominciano ad essere più chiari. Seguono numerosi interrogatori ai passeggeri del treno che, però, non svelano molto di più.
Dunque alla fine la mente geniale di Poirot produce due interessanti ipotesi, entrambe alquanto veritiere. Solo una di queste, però, porta direttamente al nome dell’assassino … (che qui non sveleremo!)
Molti sono i momenti in cui la grande creazione di Agatha Christie, ovvero Poirot, esegue ragionamenti geniali, che a persone normali come Bouc risultano privi di fondamento, e che a volte sembrano rasentare la follia. In realtà, però, tali ragionamenti alla fine si rivelano parte fondamentale per la risoluzione del caso.
Noi del LeviLab consigliamo la lettura di questo fantastico libro, perché è coinvolgente e a tratti anche simpatico, costruito attraverso una trama ben sviluppata. Inoltre, come è consuetudine da parte di Agatha Christie, il finale a sorpresa lascia il lettore senza fiato anche perché non chiarisce tutti i punti della vicenda in questione lasciandoli irrisolti e  incredibilmente avvolti nel mistero.

Antonio C.

venerdì 3 febbraio 2012

Il Gabbiano Jonathan Livingston





 Questo libro parla di un gabbiano che si sente diverso dagli altri del suo stormo. Jonathan desidera imparare tutti i trucchetti per poter perfezionare il suo volo, pur rischiando di rimanere solo e di essere allontanato dallo stormo. Questa sua passione però non è compresa né dai genitori né dagli amici, che con il tempo cominciano ad escluderlo dallo Stormo Buonappetito. I genitori afflitti cercano di far capire al figlio l’importanza del cibo e che facendo così potrebbe ridursi a penne e ossa.
Il gabbiano cerca di essere uguale agli altri, ma invano. Lui non riesce a pensare a come sarebbe la sua vita volando solo per mangiare. Così decide di perfezionare ancor di più il suo volo, facendo acrobazie che nessun gabbiano fino ad allora aveva mai fatto. Però questa sua passione lo porta all’esclusione dallo Stormo Buonappetito, perché il consiglio degli anziani lo considera un reietto.
Una volta fuori dallo stormo, il protagonista continua nella sua impresa e trascorre tutto il suo tempo ad esercitarsi. Un giorno mentre si esercita incontra due gabbiani candidi come la luna e dalle piume splendenti, che lo convincono ad andare con loro nel paradiso dei gabbiani per perfezionato il suo volo.
Qui incontra Sullivan, che oltre ad essere suo amico, gli insegna alcuni trucchi per volare meglio e gli fa capire il significato della vita. Jonathan apprende velocemente, ma sente il suo corpo come un limite per raggiungere il suo scopo, così va da uno dei più anziani gabbiani, Ciang, a chiedere di insegnargli a volare alla velocità del pensiero per riuscire ad oltrepassare l’Hic et Nunc, cioè il “qui ed ora”.
Il gabbiano apprende così anche la tecnica insegnatagli da Ciang, che passa però nel paradiso superiore lasciandogli un testamento dove spiega che “l’importante per raggiungere la perfezione non sta nel volo, ma nel cogliere il segreto dell’amore”.
A questo punto Jonathan decide di ritornare a casa per insegnare quello che ha appreso allo Stormo Buonappetito, ma mentre sta ritornando a casa incontra un gabbiano reietto molto simile a lui, Fletcher, il quale diventa suo discepolo. Quando finalmente torna dalla sua famiglia tutti quanti considerano le doti di Jonathan divine e ne restano affascinati, ed è proprio in quel momento che Jonathan Livingston capisce quale sia la strada da seguire …
Questo libro, anche se molto breve, è pieno di significato perché ci insegna molte cose della vita. Ci è piaciuto molto il modo in cui l’autore scrive e soprattutto alcune frasi come: “Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola”. Questa frase fa riflettere. Se noi provassimo a cancellare “vola” e ad inserire “vive” potrebbe essere un ottimo consiglio per tutti noi.
Questo libro, quindi, fa capire soprattutto che nella vita bisogna essere così come si è, e non cercare in tutti i modi ad assomigliare ad altri, anche rischiando la solitudine, proprio come il protagonista di questo romanzo.

Rosa C.

giovedì 2 febbraio 2012

Amata per caso

                                          



La vita è fragile come un vaso di terracotta… se una sua piccola parte viene rotta… non puoi aggiustarla e non ti serve alcuna lotta…” .


“Amata per caso” è un romanzo di Stefano Zecchi, pubblicato nel 2005 da Mondadori. Narra la storia di una bambina, Malini, che ha 7 anni e vive in India con la sua famiglia.
Lei è felice perché non conosce nient’altro che sia diverso da quello che ha. Un giorno, però, il destino decide di intromettersi nella sua vita: il padre si ferisce gravemente sul lavoro e la madre è costretta a venderla. Così la bimba è obbligata a lasciare la sua famiglia, le sue abitudini, il suo paese e segue il nuovo “padrone”, Francais, insieme a una scimmia e a un cagnolino. Diventa, così, un’artista di strada e impara a ballare; sa farlo anche molto bene. Girano tra le città dell’India e si esibiscono in ogni piazza non chiedendo elemosina, ma provando a far divertire il pubblico.
In ogni momento libero il suo padrone si dedica alla lettura: per lei chi sa leggere non deve avere mai paura della vita, perché troverà sempre una risposta alle sue domande! Con il tempo inizia anche a voler bene ai suoi tre compagni di viaggio. Ma un giorno il destino irrompe di nuovo nella sua vita: Francais, ormai molto vecchio, muore sotto l’ombra di un albero. Malini si trova sola, con il suo cagnolino; decide di continuare a ballare per poter guadagnare qualche rupia. Riesce ad attirare l’attenzione di uno sconosciuto e entra così nel racket degli sfruttatori di bambini che la obbligano a ballare tutti i giorni per molte ore davanti a grandi hotel di lusso. Ma un giorno si sente male e sviene, al suo risveglio si trova di nuovo sola.
Attirata da alcuni bambini che si recano a scuola conosce delle suore che la accolgono gentilmente. Sa che sarà molto difficile essere adottata alla sua età, ma “la speranza è l’ultima a morire”! Di nuovo il destino le cambia la vita: Giorgio irrompe sulla scena, arriva in India e decide di adottare Malini. Lei viene portata in Italia, a Milano, e qui conosce i suoi nuovi genitori e la nuova casa. Margherita sarà la sua nuova madre e Giorgio il suo nuovo padre. Inizierà a frequentare la scuola, ma l’inserimento è difficile. Solo poche volte riuscirà a chiamare mamma e papà i nuovi genitori. Margherita è molto, forse troppo, possessiva per lei che oramai è abituata a cavarsela da sola.
Gli anni passano e Malini diventa donna, una bella donna che pensa al suo passato. Lei nella sua vita ha sempre ubbidito per uno spirito di conservazione e la sua vita ha sempre preso dei grandi cambiamenti grazie alla danza: Francais l’aveva vista ballare nella piazza del suo paese, gli sfruttatori l’avevano vista ballare, una suora l’aveva vista danzare e ora qualcun altro la vedrà danzare. Trova a Milano una scuola di danza indiana e un giorno conosce Ramon, l’uomo della sua vita, il padre della sua bambina. Per lei Malini desidera solo una vita dove il destino resti fuori, una vita dove lei non sia amata per caso … 
Questo romanzo ci ha coinvolto molto, soprattutto nella prima parte della storia, perché ricca di descrizioni e sequenze riflessive da cui è possibile cogliere il pensiero della protagonista. In questo libro, però, non si parla solo della storia della ragazza, ma propone anche temi d’attualità come il razzismo, l’adozione e lo sfruttamento minorile. Nonostante tutto quello che ha trascorso, Malini ci ha fatto comprendere la bellezza di un paese stupendo: l’ India; ma anche il messaggio, secondo il quale non ci si può fermare mai alle apparenze, ma bisogna sempre avere la forza di guardare oltre, anche se ciò può sembrare difficile.



Assunta V.


mercoledì 1 febbraio 2012

Città in movimento ... verso il futuro



Le Transition Towns sono delle piccole città che raggiungono l’indipendenza dai combustibili fossili, vivendo in modo ecosostenibile. Ha avuto origine in Irlanda specificamente a Kinsale e in Inghilterra, a Totnes da parte dell’ambientalista Rob Hopkins tra il 2005 e il 2006.

 
Rob Hopkins assieme ad alcuni studenti Kinsale Further Education College scrisse un saggio che trattava di approcci creativi sulla produzione energetica, economica e agricola. In seguito ha presentato questo progetto al kinsale town council ed è qui che inizia il suo lavoro per ottenere l’indipendenza dai combustibili fossili. La diffusione ha inizio nel 2006 quando questo progetto viene presentato a Totnes. Poi alla fine dell’aprile 2008 sono sorte nuove Transition Towns nel regno unito ,in Australia, Irlanda, Nuova Zelanda e perfino in Italia! La prima in Italia ad essere stata ufficializzata per ora è Monteveglio, in provincia di Bologna.
A Monteveglio si praticano quei piccoli accorgimenti che possono migliorare la qualità della vita rispettando l'ambiente: orti in condivisione tra chi ha la terra e chi solo un terrazzo, patate in sacchi di juta per chi non ha spazio, giardini archeologici per specie ormai dimenticate. Chi non ha tempo o voglia di zappare sceglie l'agricoltura sinergica, suda all'inizio e poi guarda crescere, quasi da solo, il suo "orto pigro".
Esempi di iniziative riguardano la creazione di orti comuni, riciclaggio di materie di scarto come materia prima per altre filiere produttive, o semplicemente la riparazione di vecchi oggetti non più funzionanti in luogo della loro dismissione come rifiuti. Sebbene gli obiettivi generali rimangano invariati, i metodi operativi utilizzati possono cambiare.