Nella totalità delle opere di Ugo Foscolo fondamentali sono i paesaggi poiché riescono a collegare il mondo interiore del poeta e - perché no? - del lettore con il mondo esteriore.
Essi possono essere di tre tipi: paesaggi dell’anima, paesaggi mitici e sacrali e, infine, luoghi della memoria.

Per quanto riguarda il primo tipo, esso ha il compito di riflettere i sentimenti e le emozioni del protagonista sulla natura stessa,come se questa si trasfigurasse sotto il volere emotivo dell’uomo. Un esempio pratico è l’intera opera de “ Le ultime lettere di Jacopo Ortis” in cui a seconda della maturazione psicologica dell’eroe cambia anche la natura, che passa da paesaggi ricchi di vegetazioni e ruscelli a lande desolate, dove non vi è presenza di un solo elemento che riconduca alla vita come nello scenario pre-suicidio.

Attraverso la descrizione di un panorama sereno, pieno di elementi che riportano alla vita, quali l’acqua, viene a formarsi una regione quasi idilliaca, l’emblema stesso della vita armoniosa e pacifica che ormai è andata persa. E’ per questo che il poeta descrive la sua isola in modo quasi mitico, come se si trattasse di un’ Atlantide .
I luoghi della memoria, proprio come dice la parola, hanno invece lo scopo di ricordare un defunto, una persona cara. L’atto di ricordare fa si che la persona divenga eterna e possa “sopravvivere idealmente”.
Questi luoghi sono necessari e vitali per Foscolo, il quale è convinto che essi permettano la “corrispondenza degli amorosi sensi”, vale a dire la connessione fortissima con le nostre radici. Inoltre spesso si tratta di luoghi dai quali prendere un grandissimo insegnamento, come le tombe degli eroi politici e non, cioè la possibilità di azione nei confronti del futuro: agire sul presente per rendere migliore la vita ai posteri.
Da quanto affermato, il collegamento tra Foscolo e il paesaggio risulta fortissimo. E’ come se i due elementi siano una sola cosa, poiché egli utilizza proprio la natura per sottolineare la potenza delle emozioni che un uomo è in grado di provare, in linea con la tradizione romantica del sublime dinamico e del sublime matematico. Non è chiaro quindi se sia Foscolo ad attingere alla natura oppure sia quest’ultima a rendere le emozioni umane ancora più potenti.
luca b.
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