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mercoledì 25 gennaio 2012

Il Coraggio di Artemisia


Ultimamente abbiamo letto un libro: piccolo, poche pagine, ma molto profondo di significato.
Si tratta de "Il coraggio di Artemisia" scritto da Donatella Bindi Mondaini.
Narra di una ragazza molto coraggiosa di soli 17 anni che ha affrontato una vita abbastanza dura, in un’epoca –il ‘600- in cui le donne erano ancora "non considerate" e non potevano assumere ruoli importanti nella società.
Artemisia era figlia di Prudenzia, che aveva messo alla luce altri cinque figli, di cui solo quattro restarono in vita, mentre lei morì durante il parto del sesto. Artemisia, la più grande, restò sola con i fratelli Francesco, Giulio, Marco ed il loro papà Orazio, un famoso pittore. Era lei la donna di casa e il padre, tanto geloso, le negava di essere presa in sposa e la indirizzò alla cura della casa e dei fratelli.
Lei osservava sempre il padre dipingere, le piaceva tanto, ne rimaneva affascinata, lo aiutava a pulire i pennelli, a miscelare colori. Quando osservava Orazio lavorare ne studiava i minimi movimenti per imparare le tecniche più belle, per poi dedicarsi alla pratica e sfoggiarli nei suoi primi lavori da principiante, con la speranza di diventare sempre più precisa e di intraprendere la carriera di pittrice, sebbene le donne all’epoca non potessero esercitare alcuna professione pubblica.
Giorno dopo giorno non le restava altro che dipingere e pennellare di mille colori diversi i suoi fogli da cavalletto, tanto che la sua dedizione nel farlo aumentava sempre di più, come d'altronde la sua bravura.
Cresciuta Artemisia, il padre Orazio -ormai rassegnatosi - la diede in sposa a Pierantonio e i due si trasferirono a Firenze.
Il matrimonio era stato reso possibile da Lelio Guidicciono, che apprezzava molto l'arte e la bravura della donna e riuscì a presentarla ufficialmente all’esigente pubblico toscano favorendo anche la sua iscrizione all'Accademia di disegno. A Firenze Artemisia conobbe Galilei e Buonarroti e pian piano, per la sua talentuosa arte e il suo continuo migliorare grazie agli studi, arrivò anche a creare opere per la potente famiglia  de’ Medici.
Il marito Pierantonio, anch'egli pittore, inizialmente firmava i quadri creati dalla moglie, ma successivamente, grazie anche alla sua perseveranza e agli amici che avevano imparato a stimarla, Artemisia arrivò a firmare tutte le sue meravigliose creazioni diventando una pittrice di gran fama e finalmente indipendente.
Del libro ci ha colpito molto la vita difficile della pittrice e il modo tenace in cui l’ha combattuta. Attraverso le pagine del romanzo la protagonista sembra quasi comunicarti che nella vita niente è impossibile: dove si vuole arrivare si arriva, basta avere forza e tenacia.
La sua costante dedizione nell'imparare, migliorare, amare la pittura è un ottimo esempio, soprattutto se poi si scopre che è riuscita a diventare una pittrice di gran fama e indipendente.

Igea P.

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