Si
tratta de "Il coraggio di Artemisia" scritto da Donatella Bindi
Mondaini.
Narra
di una ragazza molto coraggiosa di soli 17 anni che ha affrontato una vita
abbastanza dura, in un’epoca –il ‘600- in cui le donne erano ancora "non
considerate" e non potevano assumere ruoli importanti nella società.
Artemisia era
figlia di Prudenzia, che aveva messo alla luce altri cinque figli, di cui solo quattro
restarono in vita, mentre lei morì durante il parto del sesto. Artemisia, la
più grande, restò sola con i fratelli Francesco, Giulio, Marco ed il loro papà
Orazio, un famoso pittore. Era lei la donna di casa e il padre, tanto geloso,
le negava di essere presa in sposa e la indirizzò alla cura della casa e dei
fratelli.
Lei osservava
sempre il padre dipingere, le piaceva tanto, ne rimaneva affascinata, lo
aiutava a pulire i pennelli, a miscelare colori. Quando osservava Orazio lavorare
ne studiava i minimi movimenti per imparare le tecniche più belle, per poi
dedicarsi alla pratica e sfoggiarli nei suoi primi lavori da principiante, con
la speranza di diventare sempre più precisa e di intraprendere la carriera di
pittrice, sebbene le donne all’epoca non potessero esercitare alcuna
professione pubblica.
Giorno dopo
giorno non le restava altro che dipingere e pennellare di mille colori diversi i
suoi fogli da cavalletto, tanto che la sua dedizione nel farlo aumentava sempre
di più, come d'altronde la sua bravura.
Cresciuta
Artemisia, il padre Orazio -ormai rassegnatosi - la diede in
sposa a Pierantonio e i due si trasferirono a Firenze.
Il matrimonio
era stato reso possibile da Lelio Guidicciono, che apprezzava molto l'arte e la
bravura della donna e riuscì a presentarla ufficialmente all’esigente pubblico
toscano favorendo anche la sua iscrizione all'Accademia di disegno. A Firenze
Artemisia conobbe Galilei e Buonarroti e pian piano, per la sua talentuosa arte
e il suo continuo migliorare grazie agli studi, arrivò anche a creare opere per
la potente famiglia de’ Medici.
Il marito
Pierantonio, anch'egli pittore, inizialmente firmava i quadri creati dalla
moglie, ma successivamente, grazie anche alla sua perseveranza e agli amici che
avevano imparato a stimarla, Artemisia arrivò a firmare tutte le sue
meravigliose creazioni diventando una pittrice di gran fama e finalmente
indipendente.
Del libro ci
ha colpito molto la vita difficile della pittrice e il modo tenace in cui l’ha
combattuta. Attraverso le pagine del romanzo la protagonista sembra quasi
comunicarti che nella vita niente è impossibile: dove si vuole arrivare si
arriva, basta avere forza e tenacia.
La sua
costante dedizione nell'imparare, migliorare, amare la pittura è un ottimo
esempio, soprattutto se poi si scopre che è riuscita a diventare una pittrice
di gran fama e indipendente.
Igea P.
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