Questo
libro parla di un gabbiano che si sente diverso dagli altri del suo stormo.
Jonathan desidera imparare tutti i trucchetti per poter perfezionare il suo
volo, pur rischiando di rimanere solo e di essere allontanato dallo stormo.
Questa sua passione però non è compresa né dai genitori né dagli amici, che con
il tempo cominciano ad escluderlo dallo Stormo Buonappetito. I genitori afflitti cercano di far
capire al figlio l’importanza del cibo e che facendo così potrebbe ridursi a
penne e ossa.
Il
gabbiano cerca di essere uguale agli altri, ma invano. Lui non riesce a pensare
a come sarebbe la sua vita volando solo per mangiare. Così decide di
perfezionare ancor di più il suo volo, facendo acrobazie che nessun gabbiano
fino ad allora aveva mai fatto. Però questa sua passione lo porta all’esclusione
dallo Stormo Buonappetito, perché il consiglio degli anziani lo considera un
reietto.
Una
volta fuori dallo stormo, il protagonista continua nella sua impresa e
trascorre tutto il suo tempo ad esercitarsi. Un giorno mentre si esercita
incontra due gabbiani candidi come la luna e dalle piume splendenti, che lo
convincono ad andare con loro nel paradiso dei gabbiani per perfezionato il suo
volo.
Qui
incontra Sullivan, che oltre ad
essere suo amico, gli insegna alcuni trucchi per volare meglio e gli fa capire
il significato della vita. Jonathan apprende velocemente, ma sente il suo corpo
come un limite per raggiungere il suo scopo, così va da uno dei più anziani
gabbiani, Ciang, a chiedere di
insegnargli a volare alla velocità del pensiero per riuscire ad oltrepassare l’Hic et Nunc, cioè il “qui ed ora”.
Il
gabbiano apprende così anche la tecnica insegnatagli da Ciang, che passa però nel
paradiso superiore lasciandogli un testamento dove spiega che “l’importante per
raggiungere la perfezione non sta nel volo, ma nel cogliere il segreto
dell’amore”.
A
questo punto Jonathan decide di ritornare a casa per insegnare quello che ha
appreso allo Stormo Buonappetito, ma mentre sta ritornando a casa incontra un
gabbiano reietto molto simile a lui, Fletcher,
il quale diventa suo discepolo. Quando finalmente torna dalla sua famiglia
tutti quanti considerano le doti di Jonathan divine e ne restano affascinati, ed
è proprio in quel momento che Jonathan Livingston capisce quale sia la strada
da seguire …
Questo
libro, anche se molto breve, è pieno di significato perché ci insegna molte
cose della vita. Ci è piaciuto molto il modo in cui l’autore scrive e
soprattutto alcune frasi come: “Non dar
retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò
che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora
imparerai come si vola”. Questa frase fa riflettere. Se noi provassimo a
cancellare “vola” e ad inserire “vive” potrebbe essere un ottimo consiglio per
tutti noi.
Questo
libro, quindi, fa capire soprattutto che nella vita bisogna essere così come si
è, e non cercare in tutti i modi ad assomigliare ad altri, anche rischiando la
solitudine, proprio come il protagonista di questo romanzo.
Rosa C.
Nessun commento:
Posta un commento