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venerdì 3 febbraio 2012

Il Gabbiano Jonathan Livingston





 Questo libro parla di un gabbiano che si sente diverso dagli altri del suo stormo. Jonathan desidera imparare tutti i trucchetti per poter perfezionare il suo volo, pur rischiando di rimanere solo e di essere allontanato dallo stormo. Questa sua passione però non è compresa né dai genitori né dagli amici, che con il tempo cominciano ad escluderlo dallo Stormo Buonappetito. I genitori afflitti cercano di far capire al figlio l’importanza del cibo e che facendo così potrebbe ridursi a penne e ossa.
Il gabbiano cerca di essere uguale agli altri, ma invano. Lui non riesce a pensare a come sarebbe la sua vita volando solo per mangiare. Così decide di perfezionare ancor di più il suo volo, facendo acrobazie che nessun gabbiano fino ad allora aveva mai fatto. Però questa sua passione lo porta all’esclusione dallo Stormo Buonappetito, perché il consiglio degli anziani lo considera un reietto.
Una volta fuori dallo stormo, il protagonista continua nella sua impresa e trascorre tutto il suo tempo ad esercitarsi. Un giorno mentre si esercita incontra due gabbiani candidi come la luna e dalle piume splendenti, che lo convincono ad andare con loro nel paradiso dei gabbiani per perfezionato il suo volo.
Qui incontra Sullivan, che oltre ad essere suo amico, gli insegna alcuni trucchi per volare meglio e gli fa capire il significato della vita. Jonathan apprende velocemente, ma sente il suo corpo come un limite per raggiungere il suo scopo, così va da uno dei più anziani gabbiani, Ciang, a chiedere di insegnargli a volare alla velocità del pensiero per riuscire ad oltrepassare l’Hic et Nunc, cioè il “qui ed ora”.
Il gabbiano apprende così anche la tecnica insegnatagli da Ciang, che passa però nel paradiso superiore lasciandogli un testamento dove spiega che “l’importante per raggiungere la perfezione non sta nel volo, ma nel cogliere il segreto dell’amore”.
A questo punto Jonathan decide di ritornare a casa per insegnare quello che ha appreso allo Stormo Buonappetito, ma mentre sta ritornando a casa incontra un gabbiano reietto molto simile a lui, Fletcher, il quale diventa suo discepolo. Quando finalmente torna dalla sua famiglia tutti quanti considerano le doti di Jonathan divine e ne restano affascinati, ed è proprio in quel momento che Jonathan Livingston capisce quale sia la strada da seguire …
Questo libro, anche se molto breve, è pieno di significato perché ci insegna molte cose della vita. Ci è piaciuto molto il modo in cui l’autore scrive e soprattutto alcune frasi come: “Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola”. Questa frase fa riflettere. Se noi provassimo a cancellare “vola” e ad inserire “vive” potrebbe essere un ottimo consiglio per tutti noi.
Questo libro, quindi, fa capire soprattutto che nella vita bisogna essere così come si è, e non cercare in tutti i modi ad assomigliare ad altri, anche rischiando la solitudine, proprio come il protagonista di questo romanzo.

Rosa C.

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