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mercoledì 1 luglio 2015

La Notte prima degli Esami di LAURA: "Distopia tra realtà e fantasia"



L’argomento da cui sono partita per sviluppare il mio percorso è la saga di romanzi distopici intitolata "Divergent".

Perché proprio questo tema? Perché a seguito della lettura di altri romanzi dello stesso genere ho realizzato che quello distopico è il genere di libri che preferisco.

Parlare di distopia significa parlare dell’opposto dell'utopia, dove con utopia intendiamo l’ideale di società giusta e perfetta. In effetti la distopia non è altro che un’utopia realizzata e degenerata. 
Quello che più mi piace di questo genere è saper leggere tra le righe. Le società distopiche raccontate sono generalmente ambientate in un futuro prossimo, e lo scopo principale dell’autore distopico è proprio quello di fare una critica alla società in modo sarcastico.

La distopia letteraria è nata tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, che è probabilmente il secolo più duro della storia dell’umanità, epoca durante la quale si sono sviluppati e affermati i totalitarismi in Europa e soprattutto sono state combattuti i due conflitti mondiali e la successiva guerra fredda.

Ma nonostante ciò, la distopia non ha tempo. Le atrocità sono sempre state vissute nella storia dell’umanità e la nostra tendenza all’autodistruzione è qualcosa di innato. È per questo che trovo il genere distopico estremamente interessante e paurosamente attuale, perché nonostante le società distopiche siano frutto di fantasia, deformando e portando alle estreme conseguenze negative determinate situazioni, nascondono in sé il medesimo messaggio di allerta.

Ho scelto Divergent quindi, per dimostrare come un “semplice romanzo per ragazzi”, attraverso le vicende della protagonista, Tris, e della Società delle Fazioni, può farci aprire gli occhi sulla nostra società e la nostra storia, su cose che vediamo, sentiamo, viviamo tutti i giorni e ci condizionano senza che neanche noi ce ne accorgiamo.

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